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Il mito di Bobby. Ne ho parlato con Francesco Pira

Poco tempo fa ho avuto il piacere di incontrare il Prof. Francesco Pira a Roma. In quell’occasione abbiamo parlato del film di Emilio Estevez “Bobby”.

Professor Pira, cosa ne pensa del film di Emilio Estevez?

Molto bello. Ricco. Un film documentario che dava la giusta tensione e gli opportuni richiami valoriali. Il film mostra come sia possibile parlare di grandi temi in maniera semplice, di come la vita e la storia di alcune persone possa essere rappresentativa per significare la nostra presenza a fianco degli altri e per gli altri.

Le parti più toccanti e forti del film non sono quelle girate dal regista Estevez con attori di grandissimo livello, ma quelle in cui le immagini di repertorio con il sottofondo dei discorsi di Bob Kennedy si uniscono a quelle girate del film e fanno diventare questa pellicola da vivere attimo dopo attimo.

Crede che il cinema possa avere davvero un ruolo educativo trattando questo genere di tematiche e, di conseguenza, sensibilizzare i giovani?

Assolutamente si. Quando il cinema riesce ad uscire dagli schermi, a trovare il modo per essere didattico e formativo è un grande successo, non solo per quel mondo ma per la società. Il cinema è grande…come lo schermo.

Conoscere e comprendere il passato, secondo lei, può porre le basi per costruire un futuro migliore?

Assolutamente. E’ indispensabile capire la storia, assimilarla e trasferirla ad altri.

Se è così, perché uno strumento come la televisione – di cui tutti siamo fruitori in modo e misura diverse – non viene utilizzato per spingere lo spettatore alla riflessione e all’ampliamento della conoscenza, ma continua ad essere solo un palcoscenico su cui si muovono veline e pacchi, un susseguirsi di quiz e reality, una pista su cui correre la gara della popolarità?

La televisione ha avuto in passato un ruolo formativo, fino a quando era pubblica. Poi è iniziata la tv commerciale e lo spirito è cambiato. Occorre accontentare l’opinione di massa che vive di suggestioni e lacrime o sorrisi. La tv verità non esiste più. Forse sul satellite si trova qualcosa di interessante.

Comunque c’è un sistema per stare al riparo. Si può spegnere…

In un suo articolo scrive che il film ‘Bobby’ suona di campagna mediatica dei democratici attraverso il grande schermo… Su cosa si giocheranno secondo lei le elezioni politiche americane?

Sugli errori di Bush in Iraq e sulla voglia di pace delle famiglie americane. Sono stato in Iraq e conosco quel popolo e quella realtà. Occorrerà vedere chi sarà il candidato. Ma la campagna si giocherà su internet e non solo in America…anche in Francia.

E in Italia invece? La nostra classe politica…come comunica?

Basta vedere come fa politica per capire che poi la comunicazione è una conseguenza di un malessere irreversibile. Si cerca di entrare nei pastoni dei Tg con la battuta più infelice ma efficace. Oppure si fa marketing politico. Nessuno si preoccupa di farsi capire dalla gente e questo allontana i cittadini elettori da partiti e movimenti. Basta vedere le interviste dei politici e poi il film “Bobby”…sembrano due mondi lontani…E lo sono…

Il problema è che nessuno parla delle politiche che interessano i cittadini ma di politica. Si parla di pensioni, di famiglia, di scuola…basta cercare la battuta ad effetto e bombardare di messaggi inutili i cittadini…Ma alla fine vincerà internet…Forse su questo ha ragione Beppe Grillo…

La ringrazio per la sua disponibilità