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Nelle ultime settimane mi sono trovata a fare i conti con diversi professionisti che stanno cercando di riciclarsi in social media qualcosa o, per dirla in modo più elegante, “di allinearsi alle attuali richieste del mercato”.

Respiro nelle ore di formazione il desiderio di mettersi in gioco, di scoprire le dinamiche che regolano e muovono la comunicazione online e questo è un grande piacere. Lo interpreto come il segno che in Italia, oggi, ci sia ancora qualche anima in grado di rimboccarsi le maniche e reinventarsi senza restare in attesa di cambiamenti che faranno fatica ad arrivare.

Bisogna dire però che social media manager, in parte, si nasce. E’ una questione di approccio e di testa. Puoi seguire corsi di formazione, leggere manuali (c’è ancora chi lo fa?), girovagare per la Rete in cerca del Facebook Tutorial di turno, questo però ti fornirà difficilmente l’arte di essere social.

Cosa vuol dire essere social? Le persone veramente social sanno creare e sviluppare relazioni, ideare contenuti che hanno lo scopo di generare connessioni e dialoghi, mettere in relazione una mole di informazioni e rielaborarle ad una velocità supersonica, districarsi nel mondo dell’organizzazione e del caos guidati da tecnica e percezioni.

Percezioni, intuito, istinto, sesto senso, pancia. Tutto questo aiuta a gestire le informazioni e canalizzarle in un processo sociale. Non basta la teoria. L’ho sempre pensato e sostenuto a gran voce. Per lavorare sul web è necessaria la pratica, la ricerca, la curiosità, la capacità di sbagliare e di imparare dai propri errori. Essere un social media manager è arte, non un mestiere e non improvvisazioneper fortuna 😉

Secondo voi, quali sono o dovrebbero essere le caratteristiche di un buon social media manager?